Date tournée 2024:

  • 11 gennaio – Ostiglia
  • 12-13-14 gennaio – Dehon Bologna
  • 16 gennaio – Tirano
  • 20 gennaio – Dalmine
  • 21 gennaio – Camaiore
  • 8 aprile – Scandicci
  • 9 aprile – Breno
  • 10 aprile – Conegliano
  • 11 aprile – Arzignano
  • 12 aprile – Guastalla
  • 13 aprile – Bassano del Grappa
  • 14 aprile – Belluno
  • 16 al 21 aprile – Milano Teatro Manzoni
  • 23 al 28 aprile – Milano Teatro Manzoni
  • 3 maggio – Casatenovo

di Marc Camoletti
con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio, Max Pisu, Roberta Petrozzi e Rufin Doh.
Scena Nicolas Bovay
Costumi Gianluca Sbicca
Luci Manuel Frenda
Suono Marco Strobel Ticozzi
Drammaturgia Paola Ornati

Costumi Realizzati dalla sartoria del Piccolo Teatro di Milano
 
regia Marco Rampoldi
Assistente regia Lucia Marinsalta

produzione RaRa Produzione e Nido di Ragno Produzioni
in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi

Pigiama party godereccio ed esilarante al “Sociale” per il nuovo appuntamento di Sondrio Teatro affidato alla comicità irresistibile di 6 mattatori che se la ridono di brutto interfacciandosi nel loro menage a six con intrecci imprevedibili e colpi di scena arguti e inaspettati che attingono a piene mani alla commedia degli equivoci. Fragile, forse abusata, e pur contorta la storia. Nella coppia scoppiata di Jacqueline e Bernard irrompe il malcapitato amante, l’attempato seduttore da strapazzo, il solito amico di famiglia che sa come intrufolarsi nel letto di una donna ormai svezzata da un rapporto annacquato sotto le lenzuola. Purtroppo per lui, invitato nella stessa casa – nelle sue intenzioni per un tenero e focoso week-end – lo aspetta un vortice di inattese sorprese che lo faranno più volte sbarellare alla ricerca di “excusatio” lunari più che assurde. Antonio Cornacchione e Max Pisu se la godono un mondo a giocarsi la carta dell’immancabile amicizia intima in cui sono le mogli talvolta traditrici e beffarde ad escogitare un bel modo per farsi le corna a vicenda. Ci pensa poi l’ineffabile Marc Camoletti a mischiare le carte di una narrazione imprevedibile che si dipana in una esaltazione fobica alla nitroglicerina annacquata nell’intrigo intricato di un marito – cornuto – che cerca di portarsi a casa l’amante col beneplacito dell’amico carissimo – il traditore – affibbiandole il ruolo di fidanzato della sua sensuosa pin up. Essenziali le scene di Nicolas Bovay tra muri a vista e il giallo paglierino delle pareti della sala della media borghesia, che si inerpica versa la camera da letto, tra porte-quinte e ripostigli per la servitù. Efficace la regia di Marco Rampoldi nel recuperare gli spazi giusti e soprattutto i tempi giusti di una recitazione sopra le righe come quella della formidabile caratterista di Brigitte 1 – la donna di servizio che farà un bel servizio a tutti – con la sua mimica irresistibile e quella vocina sgraziata e stridula che fa da contraltare ad una comicità strappabudella, ben lontana dal modello “physique du rol” dell’avvenente Brigitte 2 – già, perché anche lei si chiama così! – l’amante di Bernard giunta in ritardo all’appuntamento, avvolta in un costoso cappottone di “scoiattolone” costato un occhio della testa – di Bernard, naturalmente! -. Troppo tardi per Robert invischiato fino alle midolla – che cerca di squagliarsela alla chetichella vanamente per andare a travasare, a imbottigliare, a vendemmiare e chissà cos’altro, pur di sfuggire all’insana situazione di una storia che si complica sempre più quando nella camera del confessionale del “Grande Fratello 6” si alternano le ammissioni distorte dei vari protagonisti. La squinternata donnetta di servizio passerà prima per l’amante e poi per la nipotastra del lubrico – si fa sempre per dire ! – Robert, mentre la mogliettina prona al tradimento (un’impeccabile trasformista dai mille volti Laura Curino) nella sua mise nero-fasciante invoca il disgraziato amante ad “attillarsi” a lei che già medita la furia delle Erinni vendicatrici. E la verità – a dire il vero, “le verità”, che poi non sono mai assolute, ma ognuno ha la propria – viene fuori malconcia e distorta all’arrivo dell’omone dai capelli rasta e dal pollice verde (Rufin Doh), il fidanzatone energico di una irresistibile Rita Pelusio che ne combina di tutti i colori. A chiudere il sestetto una fascinosa Roberta Petrozzi – la Brigitte 2 – sensuosa nel suo tailleur rosso amaranto o cinabro passionale che di destreggia bene tra un amante e l’altro con la raffinata astuzia di una femmina che sa sempre cosa vuole. Senza chiedere mai. Inappuntabili e in sincronismo perfetto con la narrazione scenica, le musiche dall’umore psichedelico di luci lattiginose e stroboscopiche. Finale amarevole. Comunque. E non c’è morale che tenga. Basta almeno una sana risata.

Nello Colombo – La Gazzetta di Sondrio del 9 feb. 2023



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